NATALE NELL’ANNO DELLA FEDE

Anche quest’anno l’arrivo prezioso del Natale ci ricorda, in mezzo a tutte le cose che prendono la nostra vita, l’annuncio, atteso e allo stesso tempo incredibile, lieto e drammatico, storico ed eterno, l’annuncio della nascita del Salvatore.

Che Dio, proprio Dio, il Creatore, l’autore della Bellezza, il Signore delle cose e della storia, colui che ha messo nel nostro cuore la sete di libertà e di giustizia, il Mistero da cui ogni cosa dipende, che proprio Lui si sia fatto uomo come me e te, sia entrato nella storia che Lui stesso ha fatto, per dare tutto di sé, tutto questo è proprio “una cosa dell’altro mondo”.

Possiamo non capire bene ma dentro il nostro cuore sappiamo che da questo fatto, dalla Sua venuta, dalla Sua presenza redentrice, dipende la salvezza di tutte le cose e di tutte le persone, di tutte le situazioni rispetto alle quali non sappiamo come fare e neanche cosa dire.

Il grande scrittore francese Charles Peguy, dopo la conversione scriveva in “Veronique”: …

«Egli non aveva affatto bisogno di noi. Ed anche Gesù non aveva che da restare ben tranquillo (…) Perché egli è venuto? Perché è venuto al mondo? Bisogna credere, amico mio che io ho una certa importanza, io un uomo da niente (…) Un Dio, amico mio, Dio si è scomodato. Dio si è sacrificato per me. Ecco il cristianesimo».

Non dobbiamo avere paura di chiedere aiuto proprio a Lui per avere la semplicità e la fede di riconoscere di nuovo quel Bambino nato a Betlemme come il nostro Salvatore.

Impariamo da Maria la fede e la libertà di chi dice “sì!”, da Giuseppe la grandezza umile di chi accoglie un’Opera non sua e la custodisce, dai pastori la semplicità di chi, anche nella notte, riconosce un annuncio buono, dai Magi la sapienza di chi lo riconosce presente seguendo i segni che Egli pone nella vita e nel mondo.

Il tempo di crisi e di sfiducia che viviamo porta con sé la domanda: da dove si riparte? San Paolo dice «voi non potete essere come quelli che non hanno speranza». Siamo forse diventati

senza speranza anche noi? Il primo novembre abbiamo ricordato una schiera innumerevole di uomini e donne di ogni ceto sociale, in ogni situazione, anche in quelle più sfavorevoli, che andando a Gesù sono diventati protagonisti di una umanità, di una carità, di una sapienza, di una creatività, di una testimonianza altrimenti impensabili. La strada è tracciata.

Un presepio nella nostra casa, uno nella nostra storia e uno nel nostro cuore, per stare di fronte alla sua presenza!

don Carlo