LA CHIESA CHE VERRA’

grafici-consultazione2013Domenica 16 dicembre scorso, in tutte le sante messe è stata presentata l’iniziativa di consultare i fedeli a proposito della situazione della nostra chiesa parrocchiale. Già da prima di entrare come parroco a san Marco, mi era stata segnalata la necessità di alcuni interventi sulla chiesa e successivamente ho sentito tanti fedeli segnalarmi ora un problema, ora un altro.

Vista la quantità e la complessità delle segnalazioni, si è fatta strada la convinzione della necessità di un percorso condiviso e quindi l’intenzione di partire conoscendo almeno quali erano le opinioni reali dei fedeli sulla situazione della chiesa. Dopo una serie di dialoghi con alcuni collaboratori, abbiamo affrontato la proposta in Consiglio Pastorale, discutendone nel corso di due incontri e raccogliendo diversi suggerimenti.

Non eravamo tutti d’accordo sulle modalità della consultazione ma eravamo tutti d’accordo che andava fatta. Poi, prima di partire con l’iniziativa, ci siamo confrontati anche, per essere sicuri della correttezza del percorso, con l’Ufficio Amministrativo diocesano e con l’Ufficio Beni Culturali della diocesi.

Così siamo arrivati alla scheda che tanti di voi hanno preso in chiesa e che, dopo aver esposto la situazione ed elencato i problemi, poneva quattro quesiti e lasciava la possibilità di suggerire osservazioni e idee.

Sono arrivate quasi trecento risposte, alcune anche a nome di tutta la famiglia o addirittura di un’intera comunità. Molte di queste schede erano corredate da osservazioni e suggerimenti.

Mi pare di poter dire, in generale, che la proposta è stata presa molto sul serio, quasi la totalità delle risposte riportano nome e firma, e tanti di voi mi hanno fatto presente il loro apprezzamento per l’iniziativa della consultazione.

In particolare: …

1. Il primo quesito chiedeva se si era d’accordo di intervenire almeno sui problemi più urgenti. Questa posizione ha raccolto il favore del 15,7% di quelli che hanno risposto.

2. Il secondo quesito chiedeva se si era d’accordo di affrontare globalmente, per quanto possibile senza modificare l’edificio, tutte le necessità che la nostra chiesa presenta. Questa proposta è stata accolta dal 25,7% delle risposte.

3. Il terzo quesito chiedeva se si riteneva utile affrontare globalmente tutti i problemi cercando anche di ampliare l’aula della nostra chiesa pur mantenendo le caratteristiche dell’edificio esistente. E’ l’ipotesi che ha trovato il consenso maggiore, pari al 40% delle risposte.

4. Il quarto quesito, riferendosi anche ad una ipotesi fatta in passato, chiedeva se si condivideva l’idea di trasformare completamente la nostra chiesa aggiungendo una grande aula verso nord. Con mia sorpresa, il 18,7% delle risposte ha mostrato il loro gradimento per questa ipotesi.

Alcune considerazioni ulteriori su questi numeri: il 15,7% delle risposte suggerisce di prendere in considerazione solo gli interventi urgenti e l’84,3% dice di affrontare tutto globalmente.

Di quelli che pensano valga la pena affrontare tutti i problemi che presenta la chiesa, il 30,5 % pensa sia giusto farlo mantenendo la struttura della chiesa com’è, il 69,5 % pensa valga la pena ampliarla.

Tra quelli che pensano sia giusto ampliarla, il 31,8% pensa ad un cambiamento radicale con un grande ampliamento, il 68,2% ritiene che sia più giusto un ampliamento limitato eseguito cercando di mantenere il più possibile le caratteristiche e l’aspetto della chiesa attuale.

Diverse risposte, tra quelle che hanno preso in considerazione gli ampliamenti, hanno segnalato il desiderio di valutare proposte concrete, ma non siamo ancora a questo punto.

Diversi hanno fatto osservazioni anche su altre questioni suggerendo, per esempio, di provvedere a sistemare i cortili e i percorsi che attraversano verso l’incrocio e il piazzale, di fornirci di posteggi per le biciclette, di attrezzare gli scantinati dell’oratorio, ecc.

Tra le persone che hanno segnalato una serie di priorità, molte hanno indicato: tetto, pavimento, illuminazione, riscaldamento, banchi e adeguamento antisismico.

Faccio osservare che, tra quelli che hanno indicato queste priorità (il problema non si pone rispetto alla maggioranza che è propensa ad affrontare tutte le esigenze segnalate), praticamente nessuno ha evidenziato la necessità dell’adeguamento liturgico con la sistemazione del presbiterio, segno di una sensibilità liturgica che ha bisogno di fare ancora qualche passo. Da ultimo (in realtà ci sarebbero tante altre cose da riportare), due problemi segnalati. Il primo, che con gli ampliamenti si perde la superficie dei cortili.

In questa direzione ci saranno delle novità legate all’approvazione del nuovo piano regolatore della città di Udine. Il secondo problema segnala la problematicità di impegnarsi economicamente sulla chiesa in un tempo di crisi.

E’ una obiezione assolutamente fondata ma che deve tener conto anche di altri fattori e soprattutto del fatto che non possiamo dimenticare che la crisi che viviamo non è solo economica, è prima di tutto antropologica. E di che cosa c’è più bisogno in un tempo di crisi per la vita dell’uomo? Solo dei soldi? Concludendo, siamo dentro un percorso che avrà bisogno di tanti altri passi, senza dimenticare che non sono i muri o le risistemazioni che sostengono la vita della comunità. La nostra fede, speranza e carità vengono prima di ogni tipo di mattone. Grazie a tutti.

don Carlo Gervasi