CALENDARIO 2023
LA STORIA
Il primo campeggio estivo in montagna risale al 1950 quando l’allora cappellano don Diego Morocutti portò i giovani di A.c. a Fusine in Valromana. Da quel momento ogni estate vennero organizzati i soggiorni estivi in luoghi sempre diversi fino a che don Gelindo Lavaroni, continuando in quest’ 0pera pastorale trovò per i campeggi dei ragazzi una sede fissa; il rifugio “M. Gortani” nei pressi di Ugovizza.
Alla fine del 1968, però alla scadenza del contratto di affitto questo non fu rinnovato dai proprietari del rifugio. Si rendeva quindi urgente la ricerca di una nuova sede per i campeggi. È a questo punto che si prospetta la possibilità di avere una casa in località Pierabech, nel Comune di Forni Avoltri.
Nel 1969 il parroco don Leandro firmava, non senza titubanze, il contratto di affitto per questa casa molto grande, addirittura enorme, rispetto al Gortani, quasi esagerata e molto vecchia bisognosa di drastici interventi di manutenzione.
Il complesso, sorto come uffici della miniera del monte Avanza nel 1859, comprendeva un caseggiato principale con otto camere, due cameroni sottotetto, due ampi vani al pianterreno, staccata la cucina con annesso refettorio, più alcune barac
che adibite a legnaia e magazzini.
C’era addirittura l’energia elettrica c’erano l’acquedotto, le docce e i servizi igienici. Tutto era però in condizioni di totale sfacelo con infissi cadenti, impianto elettrico ad alto rischio, cucina fornita unicamente di una grande stufa a legna e tanto sporco.
Grazie all’intervento di alcune “squadre guastatori” (volontari con tanta volontà e poca pratica) con a capo don Bruno Buzzulini, lavorando sabati e domeniche (meritando per questo i benevoli rimproveri di don Leandro il quale non gradiva molto il fatto che non si rispettasse il precetto festivo di non lavorare), nell’estate del 1969 i campeggi dei ragazzi continuarono senza interruzioni nella nuova casa.
Da quell’ anno, Pierabech è diventato sede permanente dei campeggi della parrocchia di San Marco.Ogni anno veniva eseguito qualche nuovo lavoro nella casa per cercare di renderla più accogliente.
Grande impulso l’ha dato don Gastone, prete di primo pelo, subentrato alla fine del 1971, come cappellano a don Bruno partito per le Missioni.
Il forte incremento di persone che passavano a Pierabech e la riconosciuta validità di questo tipo di pastorale fece si che “nel 1976, dopo una non facile riunione, il consiglio economico parrocchiale deliberasse l’acquisto della casa di Pierabech.
Da quel momento
“Pierabech ha cambiato faccia!” e subito dopo aggiungeva: “Questa non è una favola a lieto fine! È la storia vera di una casa che deve continuare a rimanere casa vera”.
Queste parole si sono rivelate quasi profetiche perché ogni anno sempre più ragazzi, giovani e non più giovani sono passati per questa casa.
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