LA NOSTRA CHIESA PROCLAMATA CHIESA GIUBILARE

Locandina Chiesa Giubilare

CHIESA GIUBILARE

La nostra chiesa, con decreto della penitenziera apostolica vaticana, è stata proclamata Chiesa Giubilare dal 19 al 28 gennaio.

Venerdì 19 gennaio ci sarà l’inaugurazione ufficiale della chiesa alla presenza delle autorità e dei fedeli.

In ogni giornata sarà possibile ricevere l’Indulgenza Plenaria visitando la chiesa nelle condizioni previste.

Ogni giorno ci sarà la possibilità di confessarsi.

 


Per l’inaugurazione dell’ampliamento e restauro, San Marco diventa chiesa giubilare

Indulgenza, tempo di grazia e conversione
Visitando la nostra chiesa si potrà ricevere il dono prezioso dell’indulgenza plenaria

La nostra comunità parrocchiale di san Marco si sta preparando a vivere un tempo inedito nella sua storia: in occasione dell’inaugurazione dei lavori di ampliamento e restauro della nostra chiesa, la Penitenzieria Apostolica ha concesso dieci giorni (dal 19 al 28 gennaio)  nei quali visitando la nostra chiesa si potrà ricevere il dono prezioso dell’indulgenza  plenaria.
Ma che cosa signifi ca esattamente “indulgenza plenaria”? Si tratta della remissione davanti a Dio della pena temporale per i peccati già perdonati quanto alla colpa grazie al sacramento della Riconciliazione. Questo dono lo si potrà ottenere innanzitutto vivendo
il sacramento del Perdono, fonte di vita nuova per chi è stato segnato dal peccato, e poi compiendo azioni che corrispondono a questo dono: in primo luogo la celebrazione fedele
dell’Eucaristia, la preghiera assidua e, in particolare, della Liturgia delle Ore (Lodi al mattino e Vespri alla sera), la meditazione comunitaria e personale della Parola di Dio, la
preghiera secondo le intenzioni di Papa Francesco, l’esercizio concreto e sincero della carità soprattutto verso i più poveri o i malati, qualche gesto di pazienza e di misericordia.
Ho detto che l’indulgenza rimuove la “pena temporale”, che non è un castigo infl itto da Dio al peccatore per punirlo del male commesso, ma «l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri» (Francesco, Misericordiæ vultus,
n. 22). Questa “impronta negativa” consiste nelle abitudini cattive, nel disordine degli affetti, nella debolezza della volontà, nell’inclinazione a ricadere nel peccato.
Anche dopo il perdono di Dio ricevuto nella Confessione il peccato lascia delle tracce in noi e attorno a noi e, di fronte a questa situazione, il perdono celebrato e ricevuto innesca e rende possibile il necessario cammino di conversione che ci conduce dall’essere peccatori a persone che vivono nell’amore.
L’indulgenza è uno dei modi attraverso cui la Chiesa si fa carico di sostenere la nostra debolezza, affinché ci sia dato di realizzare una conversione profonda ed efficace,  eliminando anche l’”impronta negativa” che i peccati hanno lasciato nel mondo.  «L’indulgenza non sostituisce il difficile lavorìo dell’amore […]; essa è piuttosto l’aiuto della Chiesa volto a favorire l’opera sempre difficile dell’amore» (K. Rahner, Sulla dottrina
uffi ciale odierna dell’indulgenza).
Questo aiuto è offerto dalla Chiesa attingendo al tesoro dei meriti di Cristo e dei Santi: il misterioso legame di comunione che unisce tutti i battezzati nell’unità della Chesa. «Si instaura così tra i fedeli un meraviglioso scambio di beni spirituali, in forza del quale la santità dell’uno giova agli altri ben al di là del danno che il peccato dell’uno ha potuto causare agli altri.
Esistono persone che lasciano dietro di sé come un sovrappiù di amore, di sofferenza sopportata, di purezza e di verità, che coinvolge e sostiene gli altri» (Giovanni Paolo II, Incarnationis mysterium, n. 10). In questo passaggio della Bolla pontificia, con cui san Giovanni Paolo II indiceva il grande Giubileo del 2000, appare evidente cosa si intende con “tesoro della Chiesa”, ovvero la comunione d’amore e di santità che si instaura tra i discepoli di Cristo. Non siamo abbandonati alla nostra fragilità, povertà e debolezza, ma, grazie al dono dell’indulgenza, siamo guariti e sostenuti da coloro che con le loro opere e la loro preghiera sono stati nel mondo presenza del Risorto.
Ricevendo questo dono nella nostra chiesa parrocchiale allora il nostro pensiero non può non andare a tutte quelle persone che in questa chiesa hanno pregato, hanno affi dato al
Signore le situazioni liete e travagliate della loro vita e in questo luogo hanno trovato la forza per continuare a essere testimoni del Vangelo.
Anche noi, ricevendo il dono dell’indulgenza, chiediamo al Signore di continuare a rafforzare i nostri passi sulla via santa che dal fonte battesimale conduce alla Gerusalemme celeste.

don Christian Marchica

(fonte: periodico “Vivere San Marco n. 2/2023)