LA PARROCCHIA DI SAN MARCO PIANGE LA SCOMPARSA DI DON PAOLO DE RE

Nella mattina di lunedì 11 marzo 2024 è salito al Padre don Paolo De Re per molti anni vicario della nostra parrocchia.
Don Paolo riposerà nella tomba con mons. Leandro Comelli al cimitero di Paderno (UD).

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO MONS. ANDREA BRUNO MAZZOCATO AL FUNERALE DI DON PAOLO DE RE
Rom 14,7-12; Lc 23,44-40.50.52-53; 24.1-6

“Cari fratelli e sorelle,
abbiamo appena ascoltato il racconto della morte di Gesù tramandato a noi dall’evangelista Luca. Con l’ultimo fiato che gli rimaneva dopo le disumane torture della crocifissione Gesù grida: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò.

Chi è stato vicino al nostro amato don Paolo nell’ultimo periodo di vita fino al respiro finale, può testimoniare che ha avuto la grazia di morire come Gesù, il suo Signore, per il quale era diventato sacerdote quasi 64 anni fa.

Ha dovuto passare attraverso un’agonia lenta e dolorosa sia del corpo che dell’anima per la progressiva debilitazione delle forze. Ma possiamo dire che l’ha vissuta con gli stessi sentimenti di affidamento a Dio e alla sua volontà che furono di Gesù crocifisso. Ad una infermiera che lo assisteva disse: “Lasciami andare verso quel viaggio che da tutta la vita aspetto”. Parole simili a quelle di Gesù: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Con questo spirito l’ho trovato anch’io dieci giorni fa nel nostro ultimo incontro nel quale abbiamo pregato e ci siamo salutato con un bacio sereno che era un arrivederci ormai nella vita eterna. Ha accolto con profondo desiderio l’unzione degli infermi che gli hanno due confratelli amici. Così si sentiva pronto ad andare oltre la soglia misteriosa della morte sostenuto dalla forza fede e dalla luce della speranza. di entrare nella vita di risurrezione che Gesù ha aperto il mattino di Pasqua per sé e per chi crede in lui.

Il modo in cui don Paolo ha affrontato la debolezza estrema dell’agonia e della morte non la si improvvisa all’ultimo momento. La fede e la speranza che ci lascia come testimonianza ultima di cristiano e di sacerdote sono preparate da tutta una vita vissuta con onestà profonda verso Dio, La Chiesa e i fratelli. Dai colloqui che ho avuto occasione di fare in questi anni con don Paolo mi ha sempre colpito la profondità e la sincerità della sua vita di fede che poi traspariva e trasmetteva nelle omelie e in altri incontri di formazione che offriva.

La fede in Gesù e nel suo vangelo ha formato il suo cuore e la sua persona che ha impegnato senza risparmio in una lunga e stimatissima attività educativa sia come insegnante che come dirigente scolastico. Con gli allievi ha intessuto rapporti di profonda umanità e paternità che sono giunti fino ad oggi, come lui stesso mi raccontava e diverse persona mi hanno testimoniato.

Anche nelle aule scolastiche, oltre che qualificando insegnante, ha saputo essere vero sacerdote capace di accogliere, ascoltare e amare con ammirevole fedeltà i suoi allievi diventati anche suoi amici; un amore ricevuto da Gesù.

Ricco di questi frutti di carità cristiana don Paolo si presenta ora davanti al Signore Gesù dopo aver attraversato anche all’ultima prova della malattia che ha purificato la sua fede come oro nel crogiuolo e lo ha portato ancora di più vicino a Gesù crocifisso.

Abbiamo ascoltato le parole di S. Paolo: “Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso”.

Anche don Paolo si è speso per il Signore e per i fratelli ed è morto unito al

Signore. Ora si presenta davanti al tribunale di Dio e, con tutta la sincerità del cuore, potrà offrirgli una vita sacerdotale ricca di quei frutti di fede e di carità a cui ho appena accennato.

Con questa Santa Messa di esequie vogliamo anche noi presentarlo alla misericordia di Dio con tutta la stima e l’amore che custodiamo nel cuore per lui. La nostra preghiera di suffragio sia l’ultimo dono che gli facciamo in riconoscenza per quanto da lui abbiamo avuto.

Viva in eterno con il Signore dei vivi e dei morti e preghi anche lui per tutti noi.”

+ Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo

Nella mattina di lunedì 11 marzo 2024 è salito al Padre don Paolo De Re per molti anni vicario della nostra parrocchia.

Aveva 87 anni ed era ospite della Fraternità sacerdotale di Udine.

Nato a Udine nel 1936, don De Re fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1960. Completò gli studi a Padova, dove rimase fino al 1965, anno in cui divenne docente al Seminario di Castellerio.

Dedicò la sua vita all’insegnamento: fu docente presso l’Istituto magistrale arcivescovile – di cui fu anche vicepreside e preside, incarico quest’ultimo che lo impegnò fino al 1994 – e in diversi istituti secondari del capoluogo friulano. Scrisse anche libri di testo adottati nelle classi in cui insegnava.

Dal punto di vista pastorale, dal 2001 al 2004 fu amministratore parrocchiale di Osoppo.

Dal 2003 al 2020, don De Re fu vicario parrocchiale a San Marco, nel quartiere udinese di Chiavris, suo punto di riferimento pastorale.

Dal 2014 e fino alla morte fu membro del Consiglio di amminsitrazione della Fraternità sacerdotale, luogo in cui don De Re visse negli ultimi mesi della sua vita terrena.

Celebrazione dei funerali mercoledì alle ore 15.30 presieduta da mons. Andrea Bruno Mazzocato.

fonte: https://www.diocesiudine.it

don Paolo De Re

Don Paolo De Re, appartiene da sempre alla comunità di san Marco: è, infatti, nato a Udine, in Chiavris.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ha frequentato l’università per conseguire la laurea in scienze naturali e ha successivamente intrapreso con grande passione e dedizione una lunga carriera di insegnante, che si é protratta per quasi 40 anni, fino a ricoprire la carica di preside dell’Istituto Magistrale Arcivescovile di Udine.
Contemporaneamente egli si è impegnato nella sua missione sacerdotale nella parrocchia di Orzano e in quella di San Marco.

Un prete, don Paolo, che sa parlare con grande efficacia agli adulti, ma anche ai più piccoli ai quali, durante la messa, si rivolge con aneddoti interessanti, coinvolgenti di grande valore educativo.
Indimenticabili sono poi, per molti parrocchiani, i campeggi estivi in cui don Paolo era presente come sacerdote educatore e le serate sotto le stelle ad ascoltare le sue lezioni di astronomia, rivelatrici del fascino profondo che tutti i fenomeni naturali esercitano su di lui,  ma anche semplicemente a cantare in amicizia i canti della montagna e anche quelli degli alpini.

fonte: il periodico “Vivere San Marco n. 4/2016” in occasione degli ottant’anni di don Paolo De Re